Parrocchia San Luca ev. - Spazio cultura
Un ‘angelo’ per capello
L’estate di qualche anno fa.
Sono provata da varie circostanze, non solo lavorative. Esausta, stanchissima. Un sabato a casa, vedendomi così conciata, mi dicono: «Senti, oggi cerca almeno di andare dal parrucchiere!».
Il mio solito parrucchiere però non ha posto, così me ne consigliano un altro; ed è in questo modo che arrivo da Marco.
La prima volta Marco esegue esattamente le mie richieste, tinta e taglio non troppo corto. Ma mi colpisce davvero perché, prima di congedarmi, mentre io mi attendevo un saluto formale, mi dice invece con un mezzo sorriso e con particolare calore nella voce: «E non si trascuri più così!».
Dovevo essere veramente terribile: Marco ha capito subito che mi ero lasciata un po’ andare.
Le sue parole così sincere non le dimentico.
Che impressione, che attenzione e audacia nel dire una cosa così personale a una cliente che vede per la prima volta. Che cosa ha notato? Perché quella sensibile preoccupazione? Solo per fidelizzarmi? A me non pare… No, decisamente è qualcosa d’altro.

Torno una seconda volta al rientro dalle ferie: taglio e tinta standard.
Ma la terza volta che mi presento cambia qualcosa.
Ormai un po’ mi conosce. Gli faccio la mia richiesta: la solita tinta, il consueto taglio non troppo lungo ma nemmeno troppo corto. Ma lui non si mette subito all’opera. Sembra indeciso. Pensa, silenzioso, inizia a toccarmi la testa e a ‘sentirne’ la forma sotto i capelli. Si prende un po’ di tempo. Chissà cosa gli frulla nel cervello.
E infine all’improvviso azzarda: «Che ne dici di smettere con questa tinta» – che mi ero fatta da sola, colore su colore… un gran pasticcio – «e tenere il grigio, il tuo colore naturale? E poi un bel taglio cortissimo?».
Oh! Non ci avevo mai pensato in anni e anni di routine. Mi coglie letteralmente di sorpresa.
«Se poi non ti piace puoi sempre tornare indietro» mi rassicura.
Cosa lo porta a consigliarmi questo? Una passione, evidentemente. Tra l’altro ci perderebbe anche economicamente, perché non avrei più bisogno della tinta né di acconciature particolari.
E allora decido di fidarmi della sua audacia e trovo che aveva proprio ragione, ci aveva visto giusto!
Divento una fedele cliente, torno varie volte e mi faccio servire sempre da lui.

Subito dopo il primo lockdown il parrucchiere naturalmente è una delle mie prime tappe, ma Marco stranamente non è in negozio, e così anche le volte successive. Alcuni mesi dopo scopro che ci ha lasciato da poco.
Non gli ho mai potuto dire direttamente che contributo ha portato a me. Sarà stato forse piccolo ed effimero, ma è sicuramente un contributo di bellezza. Soprattutto il contributo di un uomo che aveva passione per il lavoro e guardava, osservava, notava al di là delle apparenze. Che non faceva ipotesi strane o campate per aria, ma realistiche e molto professionali.
Un uomo che sapeva essere anche audace, e voleva costruire qualcosa di molto bello per il piacere di far star bene le persone.
Questo è il ricordo che conservo di lui. Mi è rimasta nel cuore questa sua forte passione, questo amore per il bello e per il lavoro fatto bene. Perché amava la bellezza dove la vedeva.
Sì, anche questa è bellezza. È arte. L’arte del lavoro.
Caro Marco! Come potrei definirti in ciò che sei stato? Forse, con un gioco di parole, che però ti si addice: un ‘angelo’ per capello.

Baby boomer, laureata in Lingue, lavora nell’ambito della gestione Risorse Umane. Amante della lettura ma soprattutto appassionata di musica: ha esperienze di canto corale e di accompagnamento strumentistico.
Ha fatto parte di vari gruppi di volontariato (attualmente presso la Casa Circondariale San Vittore), preferibilmente mettendo al servizio le proprie conoscenze musicali.
Ultimamente sta scoprendo il gusto per l’arte; e per la scrittura…