Ma qualcuno imbroglia sull’investimento etico?

Greenwashing?

In un articolo precedente nella serie sull’investimento etico (#5) abbiamo parlato di «greenwashing», ovvero della pratica realizzata da qualche banca di indicare caratteristiche ‘etiche’ dei prodotti di investimento che in realtà non ci sono. Una recente inchiesta internazionale (in inglese: vedi https://influencemap.org/report/Climate-Funds-Are-They-Paris-Aligned-3eb83347267949847084306dae01c7b0) ha rilevato numerosi casi sospetti relativi a banche di grande reputazione. La notizia dei risultati dell’inchiesta è stata riportata anche dall’Ansa: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/08/28/finanza-70-fondi-esg-incoerenti-bocciate-ubs-e-blackrock_904d3fd4-5c5d-4edb-9efa-a9513c8f6c73.html

È sicuramente difficile definire con criteri oggettivi se (e quanto) un’attività economica contribuisca ad esempio a ridurre l’impatto del cambiamento climatico, delle fonti di inquinamento, etc. Queste analisi non rappresentano necessariamente un indizio di malcostume ESG. Confermano peraltro quanto lavoro resti ancora da fare alle autorità di vigilanza dei mercati finanziari per rassicurare l’investitore che desidera applicare criteri ESG ai propri investimenti.

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