Parrocchia San Luca ev. - Spazio cultura
La bellezza (non) va in vacanza! Con uno sguardo nuovo [#03]
Il secondo giorno di vacanza estiva al mio paese, sul lago di Iseo, è previsto maltempo. Qualcosa però mi attira e mi sollecita a non starmene comoda in casa a leggere ma ad uscire ugualmente; così decido di avventurarmi in bicicletta a rivedere le mie torbiere.
Le Torbiere del Sebino erano antichi giacimenti di torba, un combustibile utilizzato fino agli anni ’50 del secolo scorso in sostituzione del più costoso carbone. Ora questo territorio è zona protetta dislocata a sud del lago di Iseo per una vasta area che, tagliata a metà dalla strada provinciale, si estende dal paese vicino (Provaglio d’Iseo) fino al lago.

Distesa di acqua e sole
C’è una strada parallela alla provinciale, che congiunge Iseo ad una delle sue frazioni, da cui si può osservare tutto intorno questo panorama. La raggiungo e mi inerpico pedalando su per la lieve salita con la telecamera del cellulare accesa. Nel frattempo, come previsto, inizia a piovere leggermente, ma io intendo proseguire imperterrita: no problem!
La pioggia non mi spaventa e non voglio perdere questa occasione!
Più sotto, sulla provinciale, le macchine sfrecciano incuranti, mentre io mi gusto il paesaggio. Mi fermo a guardare una bella cancellata, una meridiana dipinta su una casa, e soprattutto la distesa delle torbiere: a est oltre la strada vengono anche chiamate “lame”, mentre quelle a ovest, confinanti con il lago, sono dette “lamette”.

Con la pioggia le trovo particolarmente malinconiche, lontane distese immobili di verde e di canneti; specchi d’acqua abitati da specie animali e vegetali caratteristiche. Un silenzioso presente pieno di passato, un affascinante mondo ‘tagliato a metà’.
I rumori delle macchine più sotto continuano ad arrivarmi attutiti. Di qui però non transita quasi nessuno, tanto che al ritorno rischio di travolgere con la bicicletta una signora che esce di fretta dal giardino di casa sua senza guardarsi attorno: non si aspettava proprio che qualcuno passasse per quella strada.

Nel frattempo, le poche gocce iniziali si sono infittite e diventano uno scroscio. La malinconia della pioggia leggera lascia il posto alla frenesia dell’acquazzone che mi sferza ancor di più con la velocità della bicicletta.
Rientro rapidamente a casa e la soddisfazione per questa escursione è sicuramente maggiore di quanto siano fradici i miei vestiti.
Il giorno successivo invece sono più fortunata: mi aspetta una bellissima giornata di sole.
La famosa stradina panoramica parte proprio poco lontano dalle piscine dove mi trovo nel tardo pomeriggio. Così, perché non ritornare a vedere le belle torbiere col sole prima di tornarsene a casa? Stavolta sono addirittura splendenti, ma la pace che trovo è proprio la stessa del giorno prima.
La distesa lontana, mi circonda a destra e a sinistra, come un abbraccio calmo e tranquillo, con le sue acque navigabili ma deserte, sempre lisce come l’olio, immerse nel verde. Un’oasi. Con la bella giornata di oggi e il sole ancora lontano dal tramonto è una distesa di luce intensa.


‘Lame’ di luce
Sono già piuttosto soddisfatta delle mie due visite incorniciate di pioggia e di sole quando mi capita, imprevista, la terza occasione.
Stavolta sono in macchina e, scendendo da Provaglio, passo accanto al monastero di San Pietro in Lamosa (il cui nome – facile intuirlo – deriva proprio dalle ‘lame’), meta ricorrente di visite con gli amici molti anni fa.

E subito ricollego il ‘filo’: da lì si devono per forza vedere le torbiere che arrivano fino ai piedi del paese.
La strada è stretta e a curve ma, duecento metri più sotto, dopo il ponte, sono sicura che una volta c’era un piccolo spiazzo sterrato… eccolo, c’è ancora! È provvidenziale. Mi infilo con la macchina, parcheggio e risalendo a piedi raggiungo velocemente il monastero. Il complesso è chiuso, però si può ugualmente entrare nel cortile e dare uno sguardo panoramico alle torbiere che sonnecchiano tranquille nel sole di mezzogiorno inoltrato, tra i fiori che fanno da cornice.

Anni fa, quando mi recavo in città a studiare, le vedevo tutti i giorni dal treno: specialmente alla sera, nel rosso del tramonto, erano uno spettacolo da non perdere, che talvolta vinceva il mio sonno.
Sarebbe proprio bello addentrarsi al loro interno… mi riprometto di farlo, prima o poi.
Ma anche guardandole da lontano sembra di ‘sentirle’ dentro. Luccicanti acque con il sole riflesso in superficie. Splendide ‘lame’! Appunto: lame di luce.
Il ritorno
Mi porto dentro questo silenzio, questi suoni della natura, i vicoli nel cuore del mio paese, la distesa del lago e delle ‘lame’, la ‘Salvezza del popolo iseano’ (*) e del popolo di tutto il mondo.
In compagnia di queste cose così belle salgo sul treno per Milano; e sono pronta a ritornare.
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(*) Leggi gli articoli precedenti ‘Con uno sguardo nuovo’ [#1] e [#2]
(**) Musica: Antonio Vivaldi, Le quattro stagioni: L’Estate

Baby boomer, laureata in Lingue, lavora nell’ambito della gestione Risorse Umane. Amante della lettura ma soprattutto appassionata di musica: ha esperienze di canto corale e di accompagnamento strumentistico.
Ha fatto parte di vari gruppi di volontariato (attualmente presso la Casa Circondariale San Vittore), preferibilmente mettendo al servizio le proprie conoscenze musicali.
Ultimamente sta scoprendo il gusto per l’arte; e per la scrittura…
Carissima Francesca grazie per i tuoi splendidi articoli….quando li leggo mi trasmettono sempre serenità e pace
Buona giornata Valentina