Parrocchia San Luca ev. - Spazio cultura
Cosa abbiamo visto sul nostro cammino [# 9] Lo sguardo di Cate
Per andare al lavoro a volte Caterina deve partire prima dell’alba. Il viaggio non è molto lungo, e al mattino si è ancora insonnoliti, spesso poco attenti a quello che ci sta intorno.
Il paesaggio, d’altra parte, non sempre è attraente.

Ecco il panorama che di solito la circonda con il suo grigiore: una struttura scheletrica, quel che resta di un vecchio edificio ora fatiscente, forse una fabbrica. Il terreno brullo, tralicci e fasci di fili elettrici che tagliano l’orizzonte, alberi spogli.
Caterina, però, ieri mi ha mandato una seconda fotografia scattata durante il tragitto.
Questa nuova immagine e il suo commento mi hanno ricordato il brano di un’artista cubana scoperto qualche tempo fa. Il brano si intitola «Lo feo»; tradotto dallo spagnolo: il brutto.
In una vecchia bacinella ho piantato violette per te
e nei pressi del fiume, in una conchiglia vuota,
ho conservato una stella luminosa per te (*)
La fotografia di Caterina, ritrae il consueto paesaggio quotidiano da una diversa angolatura e, stavolta, sorpreso proprio allo sbocciare dell’alba.

Credo ancor di più che si adatti al tema di questo brano musicale…
In una bottiglia rotta ho conservato una lucciola per te,
su quella cadente staccionata si è aggrovigliato il corallo, fiorendo per te
Anche lei sullo sfondo ha colto qualcosa: il bagliore del sole che sorge, del mattino che nasce, timido ma potente, in contrasto con quella bruttura. Come un segno che si impone, addirittura che trapassa con i suoi solidi raggi quello ‘scheletro’, mentre le nuvole spugnose e dorate si appoggiano leggere alla fitta rete di fili.
Un secchio di spazzatura nessuno lo vuol guardare;
ma la luna quando sorge lo fa luccicare tutto
Il brano, nella versione arrangiata da due talentuosi cantanti cubani, me l’ha inviato un amico – Walter – un giorno di giugno 2020, in piena pandemia. Lui lo considera straordinario anche per l’interpretazione vibrante dei due artisti. Io sono rimasta colpita dalle loro meravigliose voci, dai vocalizzi insoliti, dalla dolcezza della melodia e dall’elettrizzante ritmo in contrattempo.
E, non ultimo, dal testo così veritiero.
Se nelle cose brutte metti un poco di amore
vedrai che la tristezza cambia colore
Proprio allo stesso modo lo sguardo di Caterina cambia il colore di quel paesaggio, triste della sua bruttezza.
E può cambiare il colore del mattino e di tutta la giornata da affrontare.


Sul mio muro scrostato… è fiorito il glicine!
E’ una questione di sguardo, anzi, è la scintilla di qualcosa, di una coscienza che nasce nel fondo del tuo occhio e che, anche davanti al brutto, ti fa cogliere un particolare – fosse anche l’unico – che lo illumina e lo rende bello.
(*) Lo feo, Teresita Fernandez – traduzione libera
ASCOLTA la cover del BRANO – di Gema Y Pavel

Baby boomer, laureata in Lingue, lavora nell’ambito della gestione Risorse Umane. Amante della lettura ma soprattutto appassionata di musica: ha esperienze di canto corale e di accompagnamento strumentistico.
Ha fatto parte di vari gruppi di volontariato (attualmente presso la Casa Circondariale San Vittore), preferibilmente mettendo al servizio le proprie conoscenze musicali.
Ultimamente sta scoprendo il gusto per l’arte; e per la scrittura…
la bellezza è negli occhi di chi la cerca…. e chi cerca… trova! alla prossima