Cosa abbiamo visto sul nostro cammino [# 5] Mille lune, una Attesa

Il primo ricordo significativo che ho della luna risale a quando ho cinque anni.
D’estate, al mare, mi ammalo di tonsillite. La sera precedente il mio ritorno a casa, a letto nel dormiveglia, guardo fuori dalla finestra il cielo rischiarato dalla luna piena. Per la prima volta mi accorgo coscientemente di qualcosa: «Mamma, guarda: la luna ha la faccia!».

Quella immagine della luna nel riquadro della finestra, con la sua faccia indecifrabile ma amica, si è conservata nella memoria. Col tempo, ho imparato ad ammirare la volta stellata e le costellazioni, ma per me la luna è rimasta sempre una ‘luna bambina’.

Tornata anche quest’anno in vacanza al mio paese, ne compio il giro in bicicletta in una mattina insolitamente fresca. Pedalando verso il lungolago mi imbatto nuovamente… nella luna.

Qui e nelle successive immagini: sculture bronzee di Giacinto Bosco esposte sul Lungolago di Iseo,
giugno-settembre 2022

Iseo ogni anno in estate ospita delle opere d’arte esposte sul lungolago e in qualche altro luogo strategico: quest’anno la protagonista è proprio lei.
Non c’è angolo o composizione in cui non compaia. Non è mai una luna solitaria, però: è sempre rappresentata insieme a figure umane. E la cosa interessante sono – di volta in volta – questi uomini, donne o coppie di innamorati davanti o in rapporto con la luna: ne fanno un’altalena, sono appesi alla luna come ad un sogno, si arrampicano nel tentativo di raggiungerla.
Mentre navigano nella vita, sulla prua della loro barca c’è la luna a guidarli.

«Ma cosa c’entra con loro quello spicchio di luna?» mi domando.  


È allora che mi si apre la prospettiva di un’altra luna vista solo poche settimane prima, ritratta dal maestro delle lune: Trento Longaretti.

A dire il vero Longaretti è stato maestro in tante cose – e ne riparleremo certamente –, ma le sue lune hanno qualcosa di speciale.

C’è la semplice luna piena davanti alla quale si staglia il manico di un violoncello portato a spalle da un viandante musicista.

Alcuni scatti di opere di Trento Longaretti, realizzati alla mostra «Longaretti-Cimnaghi: pittura e scultura nel segno dell’amicizia»
Vimercate (MB) giugno-luglio 2022

Ma poi ci sono mezzelune o lune intere al plurale; un quadro ne può contenere due, tre, anche sette.

Magiche lune dai colori improbabili e davvero affascinanti, come quelle viola, lilla, rosa, su uno sfondo verdissimo.

O, ancora: lune rosso vermiglio nel paesaggio ardente e terribile di Russia, strane impressionanti lune, tutte diverse tra loro che, dentro ad un rosso infuocato, paiono accompagnare due bianche madri in fuga coi fagotti dei loro bambini stretti al petto.

Cosa rappresenta dunque questa luna ripetuta, insistita, moltiplicata? Cosa vogliono dirci quei corpi celesti multicolori che rotolano in un cielo fantastico?

Di che cosa è emblema quella «silenziosa luna» – come la celebrava Leopardi –, quella faccia che ci veglia?

È qualcosa di misterioso, lontano sì, ma anche relativamente vicino nello spazio da sembrare quasi raggiungibile e, nelle sculture di Bosco, addirittura avvicinabile dagli uomini.

Attendere l’impossibile

Mi sono sentito addosso un bisogno di impossibile. Le cose come sono non mi sembrano soddisfacenti … Ho bisogno della luna o della felicità, o dell’immortalità.

Voglio la luna, da Caligola di A. Camus

«Voglio la luna!». Chiunque lo gridi sembra dirci che per essere felici abbiamo bisogno dell’impossibile.

Tutti i maestri qui rappresentati ne fanno proprio un punto di desiderio per ognuno di noi.

Ma è veramente impossibile che accada proprio ora quello che desideriamo?


Siamo nel cuore dell’Avvento, il tempo dell’Attesa di quell’Impossibile che accade qui in mezzo a noi.

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