Cosa abbiamo visto sul nostro cammino [#1] Educazione: niente di meno della Vita

Ripulisco un po’ dalla salsedine il libro che ho appena terminato di leggere, mentre mando un messaggio whatsapp.

Una lunga nuotata in mare ed ecco la risposta di Stefano: «Vai! che sono curioso»: infatti gli ho appena annunciato che il suo libro, La scuola a modo mio – Diario di bordo di un insegnante, si merita un articolo sul nostro blog.

L’autore, Stefano Bolla, che ho conosciuto un numero considerevole di anni fa, è un insegnante non ancora sessantenne da poco in pensione per motivi di salute.

E questo è il suo libro speciale, insolito. Un volumetto di poco più di cento pagine piene di liberi appunti di una vita: trent’anni di insegnamento appassionato, di ricerca guidata dal desiderio di diventare «l’insegnante che avrei voluto essere per me».

Mi sarà necessaria una seconda lettura per appuntare i passaggi salienti. Anzi: sapidi. La salsedine qui non è tanto quella depositata sulla copertina, il ‘sale’ è dentro al libro, come una bruciante sfida. Le pagine di brevi annotazioni scorrono rapide e sorridenti, leggere ma intense.

Sole, nuoto e letture…

Economia poetica

E quando il vento accarezza la tela consumata dal sole e dalla salsedine e la prua si spinge a tagliare le onde fra schizzi di spuma bianca allora [Ulisse, N.d.R.] capisce dal brivido del cuore che siamo fatti per navigare. (p. 89)

Dopo tanti anni, non ricordavo più che materia insegnasse Stefano e, a giudicare da come scrive, inizialmente quasi lo scambio per un insegnante di lettere, tanto è poetico. Questa vena mi cattura e mi stordisce piacevolmente.

Letta qualche pagina, scopro invece che ha insegnato… Economia e Diritto!? Ma no, quasi non ci credo!

Mi ributto nella lettura. Il bello è che non si tratta di linee-guida sulla scuola, ma di un continuo rapporto in atto con gli studenti. In primo piano ci sono loro, è per loro ed a loro che sta scrivendo e offre i suoi spunti in questo modo personale e creativo.

Incontri

«Prof., dovrebbe scrivere un libro», dice qualcuno dalla zona ‘simpatici lazzaroni’.
Il mio libro siete voi, penso io…
(p. 84)

Qui dentro, più che parole o teorie sulla scuola, ci sono mille facce e mille incontri veri. Ed anche eroi, film e letture, ‘frasi del giorno’ per iniziare la lezione incuriositi.

Stefano è un insegnante divertente, e divertito. Fantasioso. Utilizza di tutto per coinvolgere i ragazzi, partendo da sé stesso costituito da ciò che ama; prende spunto dai cartoons e dai libri preferiti, da personaggi avventurosi come Marco Polo, dalle cianfrusaglie trovate al mercato per provocarli ad una esperienza, dai mattoncini Lego che usa per spiegare le sue materie e dai ricordi familiari.

Lo trovo piacevole e umanissimo. E ad ogni pagina mi ridomando da dove venga quello sguardo poetico. Pensare che le sue materie – senza averle mai dovute studiare – le ho sempre ritenute materie aride!

WHY

Armonia e sinfonia di volti. Sguardi dolci e curiosi del reale, diversamente stupiti dal fascino irresistibile della vita.
Non possiamo deluderli: dobbiamo rispondere alla domanda vera che c’è nel loro cuore, come nel nostro.
(p. 60)

È qui il punto cruciale di tutto il libro.

Perché. È l’imponente domanda da cui Stefano parte e a cui sempre ritorna.
Perché. È la lezione iniziale che propone ai suoi ragazzi.

Una immagine dal video di presentazione agli studenti
«WHY» spiega Stefano «è la vita come domanda che scava nella realtà»

Perché. È la vertigine, la finestra sull’infinito. È la scuola che lui ha desiderato e che poi ha contribuito tenacemente a costruire.

Perché. È il fascino dell’avventura, la realtà che è amica e positiva.
Perché. È pure lo studente straniero che gli ricambia un regalo, i mille sogni da liberare dal cassetto, il lampo di luce del gesto inatteso di un’alunna, la bellezza….

È questo dunque, il metodo di Stefano: PERCHÉ.

Inquadra il QR code o clicca su questo link per guardare un breve video
della presentazione della prima lezione di Stefano alle sue classi

L’arco e la freccia

Cosa permette alla Scuola di essere vera, se non l’amore per l’insegnare, l’amore per il conoscere che, quando si incontrano, generano magicamente poesia?
(p. 90)

Questo libro, nell’intenzione dell’autore e nel sottotitolo, è un ‘diario di bordo’.

Per me è, piuttosto, un diario ‘sul’ bordo. Sull’estremità, al confine.

Stefano, che da ragazzo aveva imparato a tirare con l’arco, ci propone la metafora dell’arco e della freccia. Anzi, oggi ci lancia la sua freccia appuntita ma benevola, come un amico che ci incita a portarci al limite, al confine, e a lanciarci, scoccando la nostra vita verso il Destino.

Stefano arciere

Nello studio, come in tutto il resto, c’è in gioco il grande viaggio della Conoscenza; cioè niente di meno che la Vita nel suo cammino verso la felicità.

E non vogliamo anche noi, stavolta, facendoci accompagnare dallo stupore di Stefano – insegnante, poeta e cantastorie per tanti ragazzi – provare ad iniziare l’anno scolastico (e lavorativo) in questo stesso modo?

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Dove acquistare il libro: La scuola a modo mio – Diario di bordo di un insegnante è stato stampato in proprio e non si trova in commercio.

Chi fosse interessato può richiederlo scrivendo a: francesca.poli@ilfilo.blog   


Stefano Bolla, è nato a Villanuova sul Clisi (BS) nel 1963, si è laureato in Economia a Brescia e dal 1993 al 2021 ha insegnato Economia e Diritto presso l’ITCG «Capirola» di Leno. Vive a Rodengo Saiano (BS).

Un commento

  1. Ogni volta che la rileggo non mi stanco mai. È la più bella recensione del mio libro. Hai capito tutto di questo diario di bordo, anzi “sul bordo” (anche questo hai capito: stare con i ragazzi sempre nel punto dove l’istante si fa vero e sconfina nell’infinito).

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